Numisma “Omaggio alla Lira”

Exhibitions

Omaggio alla Lira

Dal 24 marzo 2022 l’Hotel Savoia & Jolanda di Venezia celebra la storia italiana con le opere dell’artista Angelo Ventimiglia, con un progetto di Studio Opera LTB, il critico e curatore Mario Verre arricchisce con il suo testo critico le opere dell’artista, con un’attenta riflessione nella quale sottolinea il parallelo creato da Ventimiglia tra la moneta e la Terra. 

Le opere sul tema della lira, se da un lato invitano a una riflessione attenta e meditata su un marcatore identitario distintivo della nostra storia nazionale, dall’altra sono collegate a ricordi di infanzia, ad esperienze di vita vissuta, cioè a quando i nonni regalavano all’artista alcune di queste monete. In questi lavori Ventimiglia riprende alcune iconografie della lira attraverso la tecnica della lavorazione a sbalzo di lastre metalliche, battute principalmente sul fronte.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Alcune delle iconografie analizzate sono: l’immagine con una spiga di grano dalla moneta delle 2 lire del 1946; il ramo d’ulivo, dono della dea Atena agli ateniesi dalla moneta di 10 lire del 1947; un uomo che regge in mano una spiga di grano sopra la quale compare la scritta “Italia” dalla moneta delle 20 lire del 1921; una donna che presenta nell’acconciatura una spiga di grano dalla moneta di una lira del 1946. Il colore in questi lavori si presenta sotto forma di striature e si fa molto materico e denso per la volontà dell’artista di combattere i limiti fisici imposti dalla tela. Il quadro diventa racconto e accoglie immagini della storia nazionale della lira così come tracce figurative connesse a esperienze di vita segnate dalla presenza di tale moneta. L’artista utilizza altresì in queste opere come una sorta di firma, al fine di ribadire la sua identità culturale, l’immagine del giglio, pianta che proviene dalla penisola balcanica. Ventimiglia infatti ha origini arbereshe, ma è anche molto legato a tale fiore che cresce spontaneo sul suo Pollino. La rotondità delle monete richiama alla mente dell’artista il circolo terrestre e la sua connaturata fecondità: così come la Terra offre nutrimento agli esseri viventi, la moneta, se da una parte per l’uomo è un mezzo del potere d’acquisto materiale, dall’altra è simbolo di un patrimonio artistico e culturale che, “messo in valore”, può generare ricchezza economica. I  medaglioni in cui compaiono le immagini delle monete sono spesso circondati da fili culminanti in un’appendice, in una sorta di cordone ombelicale, a indicare come la Terra si proietti verso l’esterno, ne abbia bisogno e dipenda in parte da elementi appunto esterni per garantire la vita dei suoi abitanti. A queste immagini antiche Ventimiglia conferisce nuova vita rinnovandone la dignità artistica e sottolineandone la perentoria, severa e intramontabile bellezza; l’artista riflette quindi, nel ventennale della dismessa della lira, sulla caratura estetica e sul valore identitario di questo simbolo della cultura materiale italiana. L’esperienza creativa di Ventimiglia, incentrata su una riflessione sul tema del denaro, si inscrive in un’area di ricerca percorsa da molti artisti (da Tiziano a Andy Warhol, passando per Marcel Duchamp e Piero Manzoni).

 

Omaggio alla Lira

Le Opere

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La Magna Grecia

Angelo Ventimiglia incentra parte della sua ricerca visiva sulle iconografie caratterizzanti la pittura vascolare e le antiche monete della Magna Grecia. L’artista rivisita in termini personali queste immagini antiche attraverso la tecnica della lavorazione a sbalzo di lastre metalliche che tratta “a freddo” con chiodi simili a quelli presenti nei vecchi portoni; vengono così prodotti medaglioni con figure a rilievo.

Il campo visivo del quadro viene successivamente interessato da ulteriori tracce figurative, in cui in alcuni casi confluiscono particolari, spunti, linee e forme desunte dal tema presente nel medaglione, mentre in altri lavori suggestioni provenienti dall’inconscio o da memorie d’infanzia, come nelle opere in cui compaiono veri e propri lembi di panni piegati che rimandano a quelli usati dalla nonna dell’artista per custodire il pane appena sfornato: il cibo donato alla famiglia diventa metafora dell’arte donata alla comunità. Il pensiero che muove queste opere è la convinzione che esista un fil rouge tra usi, costumi e abitudini moderni e quelli magno greci: basti pensare a titolo d’esempio alla notevole cura riservata oggi al corpo umano, così come accadeva in quei tempi antichi. Questo ciclo di opere, se da una parte esprime il forte senso di appartenenza dell’artista e della società moderna alla civiltà magno greca, dall’altra appare mestamente velato dalla consapevolezza di un passato tanto glorioso quanto irripetibile. Ventimiglia è attratto dai valori formali di queste monete e dal loro alto livello artistico, ma anche dalla civiltà che le ha prodotte e dal suo sistema di valori. L’esperienza creativa di Ventimiglia, incentrata su una riflessione sul tema del denaro, si inscrive in un’area di ricerca percorsa da molti artisti (da Tiziano a Andy Warhol, passando per Marcel Duchamp e Piero Manzoni).

 

Le opere

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